
Le guerre sono fenomeni abominevoli e rappresentano il lato più oscuro e infimo del genere umano, senza ombra di dubbio; tuttavia, sovente concedono qualche opportunità.
Come accaduto in modo analogo col crollo delle fact checking, oggi cade miseramente un altro tabù, ma in questo caso non siamo di fronte ad un tabù qualsiasi, ma a quello supremo: il Tabù! Quello degli inesauribili ricchi, dei “padroni del mondo”. Quello dei potenti, degli innominabili che di fatto controllano e dirottano l’economia e la politica, che posseggono le banche, che sono maggiori azionisti in centinaia di compagnie e che stampano soldi a loro piacimento quando occorre organizzare un esercito in quattro e quattr’otto, oppure mobilitare orde di manifestanti inconsapevoli. Insomma, loro: la nobiltà mafiosa.
Ma com’è possibile, però, che di punto in bianco si possa cominciare a parlare di lotta di classe senza essere tacciati di complottismo? Dovremmo davvero credere che un dibattito talmente delicato, possa essere affrontato proprio nei salotti di casa del Padrino senza la sua autorizzazione, senza che ne sia a conoscenza? Per rispondere correttamente, occorre prima fare un piccolo passo indietro.

Com’è già stato analizzato, le nobili famiglie mafiose hanno litigato e adesso si trovano in guerra tra loro. Capita di litigare, sono anche loro esseri umani, non alieni. I due schieramenti di famiglie contrapposte sono stati distinti in precedenza, per convenzione, come Scarface e il Padrino. Scarface rappresenta le famiglie dissidenti, coloro che hanno, per dirla alla Don Vito Corleone: “Tradito la famigghia!”, mentre il Padrino è semplicemente: il Padrino, le famiglie storiche. Indipendentemente dalla nazionalità delle famiglie, si comprende che Scarface ha il suo quartier generale negli Stati Uniti, mentre quello del Padrino è l’Unione Europea più l’Inghilterra.
Tornando al punto, dunque, in questa feroce guerra tra nobili mafiosi, di mafia capitali, che interesse avrebbe il Padrino a lasciar parlare proprio in casa sua di “poteri forti”? In realtà non sta affatto permettendo che si parli di sé, ma che si puntino i riflettori dritto in faccia a Scarface, esclusivamente su di lui. Il messaggio che lascia passare, gradualmente, attraverso i suoi numerosi canali, è che i padroni del mondo siano tutti annidati negli States. E nel frattempo, astutamente, lui si nasconde dietro ai movimenti e agli slogan democratici in Europa, che lui stesso organizza e coordina.

Ecco dunque perché viene infranto il Tabù: per definire incontrovertibilmente che il male assoluto è Scarface, mentre lui sta con i buoni.
Non è un mistero che parecchi nobili sul fronte del Padrino, da anni auspicano un sistema sociale grosso modo riconducibile al modello comunista dell’ex Unione Sovietica (EURSS), nel quale abolire la proprietà privata e centralizzare il comando nelle mani delle famiglie. Un’idea formidabile, non c’è che dire. Ecco perché quando il piccolo Tarsio ha criticato il manifesto di Ventotene, ha scatenato l’ira dei democratici e del Padrino.
Il testo di Ventotene, per carità, non appartiene alla mafia, ma a valorose persone che ebbero il coraggio di affrontare la piaga fascista. Sono però passati tantissimi anni e quegli uomini valorosi, così come tanti altri, non esistono più e sono anche profondamente mutati, oltre che i tempi, gli interessi in battaglia e gli schieramenti.
Oggi, se da una parte Scarface se ne infischia di tutto il fango che gli viene gettato addosso e continua a guardare lontano, pensando di utilizzare l’Europa come scendiletto, il Padrino invece s’intesta indebitamente il manifesto di Ventotene, ammette candidamente tutte le sue recenti colpe e chiede ai cittadini europei di affidarsi ancora completamente a lui, unico vero e possibile protettore, nonché garante dei suoi stessi valori, che definisce democratici.
“Bella faccia di bronzo!” qualcuno potrebbe contestare e in effetti non avrebbe tutti i torti, ma in realtà c’è da rallegrarsi. In premessa è stata descritta la guerra come atroce, ma comunque fucina di opportunità, e l’opportunità che si palesa, di fronte a questo nauseante teatrino, non è di certo quella di dimostrare che, qualunque possa essere l’esito finale, sia che vinca Scarface o che la spunti il Padrino, i cittadini perderanno in ogni caso, ma quella di comprendere che sia il momento più adatto per decidere di fuggire da entrambi a gambe levate. Perché così deve fare un sequestrato mentre i suoi rapitori litigano e sono distratti: approfittarne e scappare! Siamo stufi di rimanere in prigione, di essere continuamente raggirati, derubati, mortificati e di seguitare ad inanellare eccellenti vittime di mafia tra le nostre abbandonate fila. Non abbiamo bisogno di un salvatore che ci consideri niente di più che parassiti e sanguisughe, né tanto meno di difendere valori ingannevoli ed applicare nuovi modelli e protocolli ancor più vessatori di prima. Ciò di cui abbiamo bisogno è allontanarci il più possibile dalla mafia, dai suoi dogmi e dai suoi spazi.
L’Associazione culturale Statèra è la casa costruita lontano dai palazzi della mafia, dove si elaborano soluzioni per una politica ed un’economia rivolte esclusivamente al benessere dei cittadini onesti.